Cassazione civile, sez. II, ordinanza 9 febbraio 2022, n. 4212
PRINCIPIO DI DIRITTO
La condanna per responsabilità aggravata per colpa grave o dolo presuppone la totale soccombenza dell’avversario; la prova dell’altrui malafede o colpa grave nell’agire o resistere in giudizio; la prova del danno subìto a causa della condotta temeraria della controparte. Pertanto, è necessario dimostrare l’esistenza sia dell’elemento soggettivo consistente nella consapevolezza o nell’ignoranza colpevole dell’infondatezza della propria tesi, sia di quello oggettivo, ovvero il pregiudizio subìto a causa della condotta temeraria della parte soccombente. A tal riguardo, la parte istante ha l’onere di fornire elementi probatori sufficienti per provare l’esistenza del danno.
TESTO RILEVANTE
– con l’unico motivo del ricorso principale si deduce, in relazione all’art. 360 c.p.c., comma 1, n. 3, la violazione dell’art. 96 c.p.c., commi 2 e 3, per avere la corte territoriale riformato la statuizione del primo giudice sull’integrale condanna alle spese a carico del creditore opposto P. nonostante l’accertata non debenza della somma esorbitante il dovuto e
proditoriamente richiesta dallo stesso con il decreto ingiuntivo;
– si censura altresì la mancata applicazione nei confronti del P. della sanzione prevista dall’art. 96 c.p.c., commi 2 e 3, nonostante l’accertata malafede dello stesso per avere richiesto una somma esorbitante non dovuta e costituente, ad avviso della ricorrente, sostanzialmente oggetto di giudicato;
– la censura è infondata sia con riguardo al profilo della disposta compensazione per metà in ragione della parziale soccombenza dell’attore sostanziale, sia in relazione alla richiesta applicazione dell’art. 96 c.p.c.;
– con riguardo alla operata compensazione per un mezzo delle spese di lite, essa costituisce applicazione del generale